LA GRANDE ILLUSIONE

TITOLO ORIGINALE La grande illusion
ANNO 1937
PAESE Francia
REGIA Jean Renoir
GENERE Drammatico
ATTORI PRINCIPALI Jean Gabin, Pierre Fresnay, Erich von Stroheim, Dita Parlo, Marcel Dalio, Julien Carette
DURATA - FOTOGRAFIA 109' - bianco e nero
PRODUTTORE DVD Studio Canal "Classique"
La grande illusione (La grande illusion) - Jean Renoir: Dita Parlo

 

 

La grande illusione (La grande illusion) - Jean Renoir: Jean Gabin
La grande illusione (La grande illusion) - Jean Renoir
La grande illusione (La grande illusion) - Jean Renoir
La grande illusione (La grande illusion) - Jean Renoir

 


Punteggio assegnato al film: *****
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): ****½
Punteggio Claudio Colombo Cinetop: *****
Punteggio assegnato da voi: *****
 La Grande Illusion
(1937) on IMDb

Recensione del 9/10/2006

 

 

Qualità video: un capolavoro di restauro per un capolavoro della storia del cinema
Qualità audio: discreta.
Lingue: Francese, Inglese e Spagnolo Mono
Sottotitoli: inglese e spagnolo
Formato video: 1.33:1  4/3
Extra significativi: un'intervista a Jean Renoir; Françoise Giraud, che collaborò alla sceneggiatura, ricorda i giorni de "La grande illusion"; una presentazione del film.

 


COSA MI E' PIACIUTO: è uno di quei film che restano nella nostra memoria come una parte reale della nostra vita, e poco importa che la vicenda si svolga negli anni della Grande Guerra, e che il film sia stato girato nel 1937. I valori che esprime non sono legati ad alcun tempo né ad alcun luogo. Sembra, osservando qualsiasi sequenza, che nessuno venga diretto da qualcun altro, ma che tutti siano i responsabili di una regia collettiva. Ogni scena reca, nella sua naturalezza, un senso profondo, e lo estrinseca senza la necessità di sottolineare nulla. Le "scene madri" così spuntano da questo humus ricco e fecondo come se si fossero fatte da sé. C'è una sequenza in particolare che racchiude tutti gli aspetti dell'umanesimo di questo capolavoro: alcuni prigionieri si travestono da donne per uno spettacolo. Quando il primo di questi appare al cospetto degli altri, si fa un silenzio di tomba. Poi inizia lo spettacolo, non solo rappresentazione di qualcosa che doveva sembrare divertente in quel contesto, ma che è di fatto divertente anche per lo spettatore del film, e all'improvviso si fa strada la notizia di una vittoria militare dei francesi. I soldati in abiti femminili e tutti gli altri cantano la Marsigliese. Il portentoso Jean Gabin mi fa morire dal ridere con la storia del catasto. Chiede al suo compagno di prigionia che gli sta lavando i piedi (lui ha un braccio al collo e deve farsi aiutare) che mestiere faceva nella vita civile. Questi lavora al catasto. Poi la conversazione prende altre strade. Dopo un bel po', primo piano su Gabin, che si protende verso l'interlocutore e chiede gentilmente se può porre una domanda, quindi assume un'aria fra l'ironico e il satanico e chiede con voce aspra: "Ma, che cos'è questo catasto?" In francese è "cadastre", e il suono acuisce la comicità. Più tardi ripete lo stesso numero con l'altro commilitone che si dedica alla traduzione dei lirici greci, chiedendogli "Non te l'ho mai chiesto perché in fondo non me ne importa nulla, ma... che cos'è questo tuo Pindaro?". Momenti di alta commozione: l'estremo omaggio del comandante della fortezza (Stroheim col busto, figura indimenticabile) al prigioniero che lui stesso ha ferito a morte, il litigio subito ricomposto fra i due fuggiaschi, il breve incontro fra Maréchal (Gabin) e la vedova tedesca (Dita Parlo, la sposa de L'Atalante). Nobilissimo il commento musicale.

COSA NON MI HA CONVINTO: -

CURIOSITA': Dita Parlo era molto famosa all'epoca anche da noi. Mio padre mi ha raccontato che un suo amico si interessava solo alle ragazze che si pettinavano "alla Dita Parlo".

Ho visto La grande illusione in francese con i sottotitoli in spagnolo.


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