AMERICANI

TITOLO ORIGINALE Glengarry Glen Ross
ANNO 1992
PAESE Usa
REGIA James Foley
GENERE Drammatico
ATTORI PRINCIPALI Jack Lemmon, Al Pacino, Kevin Spacey, Alec Baldwin, Ed Harris, Alan Arkin, Jonathan Pryce, Bruce Altman, Jude Ciccolella
DURATA - FOTOGRAFIA 96' - a colori
PRODUTTORE DVD Passworld
Americani (Glengarry Glen Ross)

 

 

Americani (Glengarry Glen Ross)
Americani (Glengarry Glen Ross)
Americani (Glengarry Glen Ross)
Americani (Glengarry Glen Ross)

 


Punteggio assegnato al film: *½
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): **½
Punteggio Claudio Colombo Cinetop: ***
 Glengarry Glen Ross
(1992) on IMDb

Recensione del 20/5/2014

 

 

Qualità video: buona
Qualità audio: buona
Lingue: Italiano e Inglese Dolby Digital 5.1, Italiano 2.0
Sottotitoli: italiano
Formato video: 2.35:1  16/9
Extra significativi: un omaggio a Jack Lemmon, con interviste; commento audio del regista

 



DI COSA SI TRATTA: in un'agenzia immobiliare i quattro venditori sono costretti a partecipare a una gara: i due che venderanno di più fino al giorno successivo riceveranno un premio (una Cadillac il primo e un set di coltelli da cucina il secondo), gli altri due saranno licenziati.

COSA MI E' PIACIUTO: l'idea di partenza è interessante e si presta alla metafora. Il cast è considerevole: vi sono inclusi tre dei miei attori preferiti: Al Pacino, Jack Lemmon e Kevin Spacey. In particolare il primo dà molto al suo personaggio, grazie a un istrionismo ben controllato. Belli i "duetti" di Lemmon con Pacino prima e con Spacey poi, nella parte finale.

COSA NON MI HA CONVINTO: l'origine è teatrale, e mi pare che Foley abbia fatto ben poco per trasformare il teatro in cinema. Una cosa è il teatro filmato, un'altra il cinema da camera. Qui siamo a metà del guado. La messa in scena è legnosa, al massimo diligente, e non sempre: ricordo in particolre due tentativi di piano-sequenza che fanno rabbrividire per quanto sono maldestri, e il dialogo serrato fra i due che progettano il furto dei contatti somiglia a quelli fra Qui Quo e Qua, una parola a testa pronunciata con intonazioni a caso e un ritmo negli avvicendamenti afferrato a malapena con le unghie. Dialoghi ridondanti, ove il turpiloquio insistito, e alla lunga indigesto, non ha una vera ragione d'essere. La scelta di escludere totalmente le donne (se ne vede una da lontano e di spalle in una delle rare sequenze in esterni) mi pare non abbia alcuna funzione. Oltre alle donne, altro grande assente è il sense of humor.

 

Ho visto Americani in inglese con i sottotioli in italiano.

 

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Nota sulle immagini