FRANKENSTEIN

TITOLO ORIGINALE Frankenstein
ANNO 1931
PAESE Usa
REGIA James Whale
GENERE Orrore
ATTORI PRINCIPALI Boris Karloff, Colin Clive, Mae Clarke
DURATA - FOTOGRAFIA 66' - bianco e nero
PRODUTTORE DVD Universal
Frankenstein - James Whale

 

 

Frankenstein - James Whale
Frankenstein - James Whale
Frankenstein - James Whale
Frankenstein - James Whale

 


Punteggio assegnato al film: ***
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): ***

Recensione dell' 8/11/2004

 

 

Qualità video: accettabile, nelle condizioni, diciamo, di un film americano degli anni '50 prima dell'era digitale.
Qualità audio: accettabile, con qualche piccolo sporadico difetto nella continuità dell'ambienza. Sembra che in alcuni momenti il 2.0 si riduca a 1.0. Logico e sopportabile fruscio di fondo.
Lingue: Inglese, Italiano, Spagnolo Mono 2.0
Sottotitoli: le stesse lingue delle tracce audio più il portoghese, il serbo, il croato, lo sloveno e il polacco
Formato video: 1.33:1  4/3
Extra significativi: un valido documentario di 45', nel classico stile Universal, con interviste a vari personaggi, fra cui la figlia di Boris Karloff e lo storico del cinema Rudy Behlmer; traccia audio con un commento di Rudy Behlmer, sottotitolato nelle stesse lingue indicate sopra, un corto umoristico della Universal con una voce fuori campo che mette insieme una serie di battute un po' sceme su un collage di immagini di film dell'orrore, fra cui i vari Frankenstein, Dracula, e il Nosferatu di Murnau.

 


COSA MI E' PIACIUTO: l'immagine che tutti noi abbiamo del mostro di Frankenstein è quella di questo film. E siccome si tratta di un personaggio che conoscono anche i sassi, non mi pare un merito di poco conto. James Whale, di cui si veda per esempio L'uomo invisibile, pubblicato dalla Universal nella stessa collana dedicata ai mostri come pure La moglie di Frankenstein, che io tuttavia non conosco (mi fido dei critici che lo ritengono anche migliore di Frankenstein), ha saputo creare un'atmosfera inquietante senza rinunciare alla dimensione umoristica della realtà. In fondo una delle scene pià terribili, e tutto sommato la mia preferita, cioè quella dell'incontro con la bambina sulla riva del lago, fa anche ridere - e non involontariamente. Se n'è accorto Gene Wilder quando ha scritto la sceneggiatura di Frankenstein Jr, perché ha dovuto inventarsi una soluzione che richiamasse la comicità dell'originale senza deturparne il senso di tragedia. E' una sequenza che in taluni casi è stata perfino censurata, come spiega il documentario. La regia di Whale è assai elegante e piuttosto moderna, e alcune scene si ricordano anche soltanto per la loro bellezza visuale (il risveglio del mostro che cerca di afferrare la luce del sole, l'inseguimento finale).

COSA NON MI HA CONVINTO: la recitazione dei dialoghi è talvolta un po' ingessata: risente probabilmente della gioventù del sonoro cinematografico, e di una conseguente intrusione dello stile teatrale. Se la cava meglio di tutti Boris Karloff, che deve soltanto grugnire. Il film, sul piano filosofico, non aggiunge nulla a quanto ci propone e ci suggerisce il romanzo della Shelley (che ho letto abbastanza di recente nella classica edizione Penguin; è una lettura che consiglio caldamente). Il finale è scialbo e affrettato. La sopravvivenza di Henry Frankenstein, con quello che gli succede alla fine, è del tutto inverosimile, e vi sono alcune altre smagliature evidenti nella sceneggiatura, sottolineate con garbo nel documentario, di cui raccomando senz'altro la visione.


Ho visto Frankenstein in lingua originale con i sottotitoli in italiano.


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Nota sulle immagini