COSA MI E' PIACIUTO: 
          
          se lo prendiamo come semplice documentario sul problema dell'alcolismo, 
          non se ne può disconoscere l'efficacia. Io lo vidi per la prima 
          volta da bambino, e me ne rimase ben scolpita nella memoria ogni singola 
          scena. Su tutte, ovviamente, le allucinazioni zoologiche del protagonista, 
          che lo inducono a pensare di essere arrivato ad un punto di non ritorno, 
          mentre se dovessi scegliere oggi, direi che l'allucinazione più 
          riuscita è quella degli impermeabili che si sostituiscono ai 
          personaggi della Traviata. Penso che sia uno dei due film più 
          importanti sul tema dell'alcolismo (l'altro è I giorni del 
          vino e delle rose di Blake Edwards). La qualità più 
          evidente nell'eccellente interpretazione di Ray Milland è... 
          la sobrietà, e non lo dico per fare una battuta, ma proprio perché 
          sappiamo tutti benissimo di cosa si sta parlando, è giusto che 
          la recitazione non lo sottolinei. Della sceneggiatura ho apprezzato 
          il modo in cui ci fa capire, attraverso i dialoghi, che il protagonista 
          è una persona intelligente e creativa, ma che è caduto 
          nel vizio perché non è convinto di esserlo...
        
          
          COSA NON MI HA CONVINTO: ... e il finale, nel chiarire un po' troppo 
          palesemente queste intenzioni, turba l'equilibrio generale con un'accelerazione 
          spropositata. Nella realtà smettere di bere è un'impresa, 
          temo, molto più complicata.
        CURIOSITA': 4 Oscar: film, regia, sceneggiatura 
          e attore protagonista, ovvero 4 premietti secondari.
         
        Ho visto Giorni perduti in inglese con 
          sottotitoli in italiano.
        
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