LA CITTA' DELLE DONNE

TITOLO ORIGINALE La città delle donne
ANNO 1980
PAESE Italia
REGIA Federico Fellini
GENERE Fantastico
ATTORI PRINCIPALI Marcello Mastroianni, Anna Prucnal, Bernice Stegers, Donatella Damiani, Ettore Manni, Jole Silvani
DURATA - FOTOGRAFIA 134' - a colori
PRODUTTORE DVD Silver Media Group
La città delle donne - Fellini

 

 

La città delle donne - Fellini
La città delle donne - Fellini
La città delle donne - Fellini
La città delle donne - Fellini

 


Punteggio assegnato al film: ***
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): **

Recensione del 20/8/2005

 

 

Qualità video: immagine impastata e tendente al verde. Nei primi 15 capitoli (tre quarti del film) sul bordo superiore del quadro lampeggia una linea bianca tratteggiata. Dopo un po' ci si abitua, ma non è una bella cosa. Problemi di digitalizzazione, suppongo, perché non si notano graffi o spuntinature nemmeno a cercarli.
Qualità audio: disastrosa. Livello di registrazione bassissimo, dialoghi - soprattutto all'inizio - quasi incomprensibili. Verso la fine c'è un miglioramento.
Lingue: Italiano Mono (2.0?)
Sottotitoli: inglese, greco
Formato video: 1.78:1  16/9
Extra significativi: 20' di interviste a un regista (Paul Mazursky) e a due critici. Abbastanza interessanti, ma purtroppo solo in inglese con sottotitoli in greco.

L'edizione, della Silver Media Group, appartiene alla collana Federico Fellini Collection, e la dobbiamo a un produttore greco che sfruttando un vuoto legislativo ha potuto copiare (male, in questo caso) e distribuire legalmente originali americani. Il pregio maggiore è il prezzo contenuto.



COSA MI E' PIACIUTO: il segreto per apprezzare la maggior parte dei film di Fellini è non cercare a tutti i costi dei significati. Quando lui mette in scena i suoi sogni e le sue fantasie non è detto che voglia associarvi un messaggio: il suo desiderio è quello di condividere le sue invenzioni con il pubblico. E non di rado la qualità di queste invenzioni, ne La città delle donne, è elevatissima, anche quando la fantasia sfiora il delirio. Per mettere in risalto la figura di Snaporaz, che poi è lo stesso autore, Fellini affianca al sempre grande Marcello Mastroianni attori non particolarmente famosi, a parte Ettore Manni (che morì sparandosi accidentalmente proprio in quell'anno). Fra le immagini che più s'incidono nella memoria, lo scivolo illuminato (che fu preso a prestito per anni nella sua sigla dalla trasmissione rai delle anteprima cinematografiche ), il bordello con la maîtresse-automa che ripete sempre la stessa frase ("anduma bei fioi, anduma bei gioi, ciavuma, futuma"), la donna ideale che si sgonfia colpita dalle raffiche di mitra della femminista. Ma questo, oltre che da vedere, è un film da ascoltare, per l'originalità e la raffinatezza dei testi, nonché per la creatività nell'uso delle cadenze dialettali (peccato dunque che la qualità dell'audio sia così modesta).

COSA NON MI HA CONVINTO: la sincronizzazione del parlato, come spesso accadeva nei film di Fellini, è molto imprecisa, talora in misura insopportabile. Qualche volta Fellini esagera nello sganciarsi dalla realtà, e ci sono sequenze che sono inverosimili anche come sogni. La musica di Bacalov, più che richiamare lo stile di Nino Rota, tende a scimmiottarlo.

Ho visto La città delle donne in italiano senza sottotitoli.


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