LA CITTA' PERDUTA

TITOLO ORIGINALE La Cité des Enfants Perdus
ANNO 1995
PAESE Francia
REGIA Jean-Pierre Jeunet (direttore artistico: Marc Caro)
GENERE Fantastico
ATTORI PRINCIPALI

Dominique Pinon, Ron Perlman, Daniel Emilfork, Judith Vittet

DURATA - FOTOGRAFIA 109' - colore
PRODUTTORE DVD Universal
La città perduta (la cité des enfants perdus) - Jeunet

 

 

La città perduta (la cité des enfants perdus) - Jeunet
La città perduta (la cité des enfants perdus) - Jeunet
La città perduta (la cité des enfants perdus) - Jeunet
La città perduta (la cité des enfants perdus) - Jeunet

 


Punteggio assegnato al film: ***
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): ***

Recensione del 16/4/2004

 

 

Qualità video: ottima
Qualità audio: buona
Lingue: Francese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: olandese
Formato video: 1.85:1 16/9 anamorfico
Extra significativi: making of (poco meno di mezz'ora)

Edizione per l'Olanda (parafrasando il Woody Allen di Crimini e misfatti, vi sarete chiesti il motivo dei sottotitoli in olandese), acquistata presso cdiscount.

 



COSA MI E' PIACIUTO: Dominique Pinon potrebbe interpretare una mensola, o un aspirapolvere, e sarebbe comunque interessante. Come già in Delicatessen, Jeunet e Caro costruiscono un mondo fantastico, decisamente claustrofobico, che vanterà numerosi imitatori oltreoceano negli anni seguenti, anche se a sua volta deve qualcosa alla fantasia malata (lo dico in senso affettuoso) del Gilliam di Brazil. La bambina che interpreta la dolce e risoluta Miette, l'allora novenne Judith Vittet, ha un viso delizioso al servizio di un sicuro talento (come conferma Jeunet nel documentario). A quanto pare, però, a parte un paio di particine, non si è più riproposta, almeno per il momento. Gli effetti speciali sono molto ben concepiti e realizzati. Ci sono alcune idee davvero ingegnose, come quella del topolino, che ricorda un po' gli stratagemmi di Amélie nel successivo film di Jeunet, o come il personaggio del cervello con l'emicrania, o i cloni ossessionati dall'originalità. Bella la musica (Angelo Badalamenti).

COSA NON MI HA CONVINTO: la storia è davvero molto macchinosa. Tutto ciò che si vede è alquanto caricaturale, il che peraltro permette ai rari momenti di semplicità di elevarsi fino alle soglie della poesia. Come già in Delicatessen, c'è a mio avviso qualche spunto fumettistico di troppo. Qui però c'è almeno un'idea di fondo, che tuttavia rischia di restarci, sul fondo, tanto è carica di orpelli.

CURIOSITA': il film è arrivato in Italia solo nel 1999, col titolo La città perduta. Costava fatica tradurre letteralmente La città dei bambini perduti, che sarebbe stato più bello e soprattutto più pertinente?

Ho visto La città perduta in francese (in particolare la bambina ha una pronuncia un po' scivolosa e mi ha creato qualche problema di comprensione).


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Nota sulle immagini