COSA MI E' PIACIUTO: 
          
          la capacità di raccontare e di comunicare un'idea rinunciando 
          spesso ai dialoghi; la musica come protagonista del racconto nonché 
          veicolo narrativo (suggestive le musiche birmane, meno le altre); prima 
          ancora che un'opera antimilitarista, è un saggio sulla pietà 
          umana, un sentimento che appartiene a tutti gli uomini a prescindere 
          dalle culture differenti, proprio come la musica; la splendida fotografia 
          in alcuni momenti topici (la sepoltura dei morti sulla riva del fiume); 
          il ritmo lento e solenne, senza smagliature fino quasi alla fine.
        
          
          COSA NON MI HA CONVINTO: la scena della lettera, troppo lunga e inutilmente 
          didascalica, dal momento che spiega ciò che si era già 
          capito benissimo. E' vero che serve a mettere nella giusta luce la successiva 
          riflessione del soldato che già prevede l'oblio nei riguardi 
          del compagno, ma stona comunque. E' una sequenza che curiosamente ricorda 
          il finale di Orizzonti di gloria, girato un anno più tardi. Anche 
          se Kubrick avesse realmente "copiato", bisognerebbe riconoscergli 
          che ha saputo volare ben più alto. Poco convincente anche la 
          vicenda dei pappagalli (complimenti però all'addestratore).
        Ho visto L'arpa birmana in giapponese 
          con sottotitoli in italiano.
        
Questo film su Amazon.it