COSA MI E' PIACIUTO: 
          
          ancora un film originalissimo di questo assai talentuoso regista coreano. 
          Qui l'originalità, più che nei temi considerati, sta nei 
          modi e nei punti di vista. E rispetto ai film immediatamente precedenti, 
          Primavera, estate... e Ferro 
          3, oltre alla bellezza del racconto e delle immagini c'è 
          anche un grandissimo pathos. La violenza è nei significati, quasi 
          mai in quello che ci viene mostrato, in virtù della pudica consuetudine 
          di gettare lo sguardo altrove quando mostrare esplicitamente l'orrore 
          sarebbe tanto inutile quanto banale. A proposito del montaggio, Kim 
          Ki-duk lo rende, rispetto ai film già citati, dove pure aveva 
          dato prova di avere al riguardo idee peculiari ma anche funzionali, 
          ancora più spontaneo e coinvolgente. E a proposito della scrittura, 
          invece, è bravissimo a tenderci trappole, compreso il pre-finale, 
          che ha tutto lo spessore di un possibile - in quanto perfettamente logico 
          - vero finale. Un film che mi ha molto emozionato.
        
          
          COSA NON MI HA CONVINTO: -
        CURIOSITA': nella colonna sonora, ben scritta 
          ma soprattutto usata in modo pregevole, compaiono arrangiamenti ad hoc 
          della Prima Gymnopédie di Satie 
          e del Preludio n.4 in mi minore di Chopin.
        Ho visto La samaritana in coreano con 
          i sottotitoli in italiano.
        
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