L'OROLOGIAIO DI SAINT-PAUL

TITOLO ORIGINALE L'horloger de Saint-Paul
ANNO 1974
PAESE Francia
REGIA Bertrand Tavernier
GENERE Drammatico
ATTORI PRINCIPALI Philippe Noiret, Jean Rochefort, Sylvain Rougerie, Andrée Tainsy, Jacques Denis, William Sabatier
DURATA - FOTOGRAFIA 101' - colore
PRODUTTORE DVD San Paolo
L'orologiaio di Saint-Paul (L'horloger de Saint-Paul) - Tavernier

 

 

L'orologiaio di Saint-Paul (L'horloger de Saint-Paul) - Tavernier
L'orologiaio di Saint-Paul (L'horloger de Saint-Paul) - Tavernier
L'orologiaio di Saint-Paul (L'horloger de Saint-Paul) - Tavernier
L'orologiaio di Saint-Paul (L'horloger de Saint-Paul) - Tavernier

 


Punteggio assegnato al film: ***
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): **½

Recensione del 7/9/2004

 

 

Qualità video: discreta.
Qualità audio: più che sufficiente.
Lingue: Francese e Italiano Mono
Sottotitoli: italiano, italiano per non udenti
Formato video: 1.66:1  16/9
Extra significativi: -

 





DI COSA SI TRATTA: Lione, la polizia comunica a un orologiaio (Noiret) che il figlio, scomparso nottetempo, è ricercato per aver ucciso un uomo.

COSA MI E' PIACIUTO: è il film d'esordio di un regista che mi è molto caro. Bertrand Tavernier gira il suo lungometraggio d'esordio nella sua città natale, Lione, traducendo la conoscenza dei luoghi in un'ambientazione naturalissima (ci sono stato per la prima volta alcuni mesi fa, e ho riconosciuto praticamente ogni luogo). Gli fa da tramite uno degli attori più spontanei che si siano mai visti sul grande schermo, Philippe Noiret, che girerà poi con Tavernier diversi altri film (il culmine della loro collaborazione coinciderà con il magnifico La vita e niente altro). Noiret, a differenza di altri pur grandi attori che fanno dell'assenza di recitazione uno strumento, paradossalmente, di iper-recitazione, sembra proprio saltare tutto questo processo: non recita, punto e basta, ed è grandissimo. Solo l'anno prima aveva recitato (o non-recitato) ne La grande abbuffata, e Tavernier, che proveniva dalla critica cinematografica e dal giornalismo, cita proprio quel film facendo esprimere a un poliziotto gretto e superficiale il tipico commento di chi allora disprezzò il capolavoro di Ferreri sentendosi punto sul vivo dalla critica dell'opulenza come vizio capitale della società borghese. E sul piano della polemica sociale, c'è un reiterato riferimento all'automobile come strumento di autodistruzione di massa. La prima sequenza ritrae una bambina che attraverso il finestrino di un treno vede un'automobile bruciare nella notte (non un'immagine gratuita narrativamente, perché da lì si svilupperà la vicenda poliziesca) e non se ne stupisce. Poi in due giornali radio si sente citare di sfuggita la carneficina sulle strade in un tipico week-end, 200 morti in uno, 100 morti, bilancio provvisorio, in un altro, mentre ben maggiore attenzione viene riservata al caso che coinvolge il nostro orologiaio. Non è il solo Noiret, vedovo e padre un po' burbero ma buono e gentile, a risplendere; gli sta abilmente in scia il poliziotto interpretato da Jean Rochefort. Fra i due si instaura il rapporto umano più interessante del film, anche più di quello, recuperato in extremis, fra il protagonista e il figlio omicida. Uno dei co-sceneggiatori è Pierre Bost, da un breve romanzo del quale Tavernier trarrà quello che per me rimane il suo capolavoro: Una domenica in campagna. Mentre invece la fonte di questo film è un libro di George Simenon, al quale Tavernier ruba con successo la chiarezza espositiva.

COSA NON MI HA CONVINTO: rispetto alla disordinata e fracassona conversazione a tavola che apre felicemente il film, la passeggiata finale di Noiret mi è parsa molto più forzata: non saprei dire quale, ma credo che manchi qualche ingrediente. Non si vede mai Noiret alle prese col mestiere dell'orologiaio: i riferimenti fisici sono solo due, uno acustico con il ticchettio di sottofondo che si ode mentre lui ascolta la registrazione della conversazione del figlio con il suo avvocato, e uno acustico e visivo con l'orologio-carillon nella cattedrale di Lione. La fotografia non è sempre curatissima; pare proprio che l'aspetto puramente estetico non fosse fra i maggiori interessi di Tavernier. La sequenza dello spacco della vetrina e il successivo inseguimento non è propriamente degna di un grande film d'azione, come in effetti questo non è. Mi sembra infatti improprio definirlo un poliziesco, come invece sostiene la fascetta del dvd.

Ho visto L'orologiaio di Saint-Paul in francese con i sottotitoli in italiano.


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