I FIGLI DELLA VIOLENZA

TITOLO ORIGINALE Los olvidados
ANNO 1950
PAESE Spagna
REGIA Luis Buñuel
GENERE Drammatico
ATTORI PRINCIPALI Alfonso Mejía, Roberto Cobo, Estela Inda, Miguel Inclán, Mário Ramírez, Alma Delia Fuentes, Francisco Jambrina
DURATA - FOTOGRAFIA 77' - bianco e nero
PRODUTTORE DVD Manga FIlms (Colección Luis Buñuel)
I figli della violenza (Los olvidados) - Luis Buñuel

 

 

I figli della violenza (Los olvidados) - Luis Buñuel
I figli della violenza (Los olvidados) - Luis Buñuel
I figli della violenza (Los olvidados) - Luis Buñuel
I figli della violenza (Los olvidados) - Luis Buñuel

 


Punteggio assegnato al film: *****
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): ***
Punteggio Claudio Colombo Cinetop: ****½
Punteggio assegnato da voi: ****

Recensione del 21/10/2012

 

 

Qualità video: accettabile.
Qualità audio: mediocre. I dialoghi non sono sempre chiarissimi, e soprattutto in assenza di parlato si percepisce un fastidioso ronzio, piuttosto forte.
Lingue: Spagnolo Mono.
Sottotitoli: spagnolo
Formato video: 1.33:1  4/3
Extra significativi:
-

Edizione per il mercato spagnolo.

 



DI COSA SI TRATTA: ragazzi di strada nella periferia di Città del Messico collezionano tragedie.

COSA MI E' PIACIUTO: ha uno dei finali cinematografici più spaventosi che io conosca, addirittura più terribile degli incubi che tormentano i ragazzi protagonisti della vicenda (e che naturalmente Buñuel ci mostra, si veda ad esempio la donna col pezzo di carne cruda in uno dei fotogrammi qui sopra). In mancanza dell'amor che move il sole e l'altre stelle, tutto si rovina e muore. I "figli della violenza" del titolo italiano sono ragazzi il cui destino è segnato alla nascita: nati dalla violenza, abbandonati o trascurati dalle madri, ignoti ai padri, riversano nel mondo in cui tentano disperatamente di sopravvivere il loro carico di odio verso un'umanità che ha negato a ciascuno di loro l'amore di cui nessuno può fare a meno. Buñuel parte con i primi piani, alla maniera dei ritratti di Eisenstein o Pasolini, e poi passa alle scene collettive, peculiari del suo stile, mostrando che la tragedia è assieme del singolo individuo e del contesto sociale. Al ragazzo che lotta per emanciparsi dalla miseria e al giovane che quasi gode della violenza e della sopraffazione toccherà lo stesso destino, perché così vuole la società (e questo è il senso del titolo originale, I dimenticati). La contrapposizione, soprattutto morale, fra ragazzi e adulti, richiama alla mente Sciuscià di De Sica, uscito 4 anni prima. Colonna sonora convenientemente straziante e desolata di Rodolfo Halffter, noto compositore spagnolo allievo di de Falla. Bellissima fotografia qui un po' penalizzata dallo stato della pellicola.

COSA NON MI HA CONVINTO: -

Ho visto I figli della violenza con audio e sottotitoli in spagnolo (la trascrizione è fedele, anzi, addirittura pignola).


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Nota sulle immagini