L'UOMO DI ARAN

TITOLO ORIGINALE Man of Aran  
ANNO 1934
PAESE Gran Bretagna
REGIA Robert J. Flaherty
GENERE Documentario
ATTORI PRINCIPALI Colman King, Maggie Dirrane, Michael Dirrane
DURATA - FOTOGRAFIA 73' - bianco e nero
PRODUTTORE DVD enjoy movies (puntozerofilm)

 

 

 


Punteggio assegnato al film: **** (8,524)

Recensione del 21/12/2021

Claudio Colombo Cinetop 2022: 8,283

 

 

 

 




DI COSA SI TRATTA: scene di vita di una comunità di pescatori su un'isola dell'arcipelago di Aran, al largo delle coste occidentali dell'Irlanda. 

COSA MI E' PIACIUTO: più che un vero e proprio documentario, è una ricostruzione, parzialmente sceneggiata, della pratica della pesca allo squalo, che all'epoca del film apparteneva già al passato. La struttura poggia su due sequenze principali: la cattura di un gigantesco squalo effettuata a bordo di esili canoe, e una seconda uscita a caccia di altri squali, frustrata da un'impetuosa tempesta. In queste due lunghe, avvincenti sequenze, non vi sono dialoghi e non c'è musica, sostituita dai rumori del mare e dalle grida dei pescatori. In mezzo, i faticosi tentativi di rubare alla superficie rocciosa dell'isola fazzoletti di terra per coltivarvi le patate. Il montaggio, serratissimo, toglie il fiato. Il film è, nella sostanza, un'elegia allo spirito di adattamento dell'uomo perfino alle condizioni più disperatamente avverse: il mare si avventa sovente sulle alte scogliere con una ferocia impressionante. Bella la scena della pesca del ragazzino, che dalla sommità della scogliera prende un bel pesce calando giù, quale esca, un granchio che aveva catturato precedentemente. Lui e la madre (che assomiglia in modo impressionante alla tennista australiana Samantha Stosur), a giudicare dai loro nomi, sembrano essere anche nella realtà madre e figlio. Splendida e studiatissima la fotografia in bianco e nero, certamente favorita da una natura così spettinata. Lodevole il restauro della pellicola.

COSA NON MI HA CONVINTO: le parti sceneggiate sono un po' soffocate da una colonna musicale invadente e un tantino petulante, e i dialoghi sono talmente generici che si potevano anche omettere.

Ho visto L'uomo di Aran  in inglese con sottotitoli in italiano.

 

 

 

 

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