ORDET

TITOLO ORIGINALE Ordet
ANNO 1954
PAESE Danimarca
REGIA Carl Theodor Dreyer
GENERE Drammatico
ATTORI PRINCIPALI Henrik Malberg, Emil Hass, Birgitte Federspiel, Ove Rud, Ejner Federspiel, Gerda Nielsen, Hanne Agesen, Kirsten Andreasen, Sylvia Eckhausen, Preben Lerdorff Rye, Ann Elisabeth Groth
DURATA - FOTOGRAFIA 119' - bianco e nero
PRODUTTORE DVD San Paolo
Ordet - C.T. Dreyer

 

 

Ordet - C.T. Dreyer
Ordet - C.T. Dreyer
Ordet - C.T. Dreyer
Ordet - C.T. Dreyer

 


Punteggio assegnato al film: *****
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): ***1/2

Recensione del 18/2/2011

 

 

Qualità video: discreta.
Qualità audio: discreta.
Lingue: Danese e Italiano 2.0 Dual Mono
Sottotitoli: italiano per non udenti (facoltativi)
Formato video: 1.33:1 4/3
Extra significativi: un commento del critico Pino Farinotti.



DI COSA SI TRATTA: due famigliei nella campagna danese, divise dal modo differente di intendere la fede religiosa. In una delle due, cui appartiene un giovane folle che si crede Gesù Cristo, la moglie del fratello maggiore aspetta il tanto sospirato erede maschio.

COSA MI E' PIACIUTO: è probabilmente il più emozionante e potente film sulla fede. La questione dell'esistenza di Dio viene sovrapposta alla vita di una comunità contadina e vista con gli occhi dei credenti, dei non credenti (il marito in attesa dell'erede), dei religiosi e degli scienziati (il medico). La religione mostra così le sue due facce, ovvero la sua virtù (la solidarietà, gli insegnamenti da seguire) e il suo vizio (il potere di dividere persone o gruppi di persone nati e vissuti nello stesso luogo e figli delle stesse tradizioni e della stessa cultura, e quello di farsi alibi inoppugnabile nel bene e nel male). I matti e i bambini sono i più vicini, si dice, al regno di Dio, e alla fine quando il matto rinsavisce, pur senza smarrire la fede, è la bambina che lo sprona a credere nel miracolo (che il medico valuterà come un caso di catalessi interrotta, così come aveva previsto il rinsavimento del folle a causa di uno shock). Benché il film sia terribilmente serio, è costantemente percorso da un esile ma evidente filo di ironia, pur nel rispetto della dignità e della buona fede dei personaggi. Dreyer usa lunghissimi piani sequenza e ottiche grandangolari, non rinnegando l'origine teatrale del testo, ma dandogli la luce e la dinamica di un cinema grandemente espressivo. Una regia portentosa. Musiche rarissime ma ben collocate.

COSA NON MI HA CONVINTO: -


Ho visto Ordet in danese con i sottotitoli in italiano.


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