PLAY TIME - TEMPO DI DIVERTIMENTO

TITOLO ORIGINALE Play Time
ANNO 1967
PAESE Francia
REGIA Jacques Tati
GENERE Umoristico
ATTORI PRINCIPALI Jacques Tati, Barbara Dennek
DURATA - FOTOGRAFIA 119' - a colori
PRODUTTORE DVD CNC
Play Time - Jacques Tati

 

 

Play Time - Jacques Tati
Play Time - Jacques Tati
Play Time - Jacques Tati
Play Time - Jacques Tati

 


Punteggio assegnato al film: *****
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): ****½
Punteggio Claudio Colombo Cinetop: ****½
Punteggio assegnato da voi: ****½
 Playtime
(1967) on IMDb

Recensione del 16/11/2006

 

 

Qualità video: eccellente, frutto di un restauro esemplare (negli extra viene spiegato il procedimento)
Qualità audio: molto buona (anche qui grazie soprattutto al restauro, sarebbe meglio dire alla ricostruzione)
Lingue: Francese Stereo
Sottotitoli: -
Formato video: 1.85:1  16/9
Extra significativi: filmati vari su Jacques Tati, sul film, su Tativille, commenti e interviste.

Gli extra sono sul secondo disco. Questa è l'edizione francese in 2 dvd. L'edizione italiana è curata dalla San Paolo.

 


COSA MI E' PIACIUTO: è un film che non si può non amare, soprattutto per ciò che ha rappresentato per Jacques Tati. La summa di tutto il suo cinema, opera attesissima che costò una cifra colossale e che ridusse Tati in condizioni economiche disperate perché il pubblico non rispose in misura proporzionale ai successi dei film precedenti. E come poteva rispondere? Play Time è in anticipo di 30 anni: ci ha avvisati invano sui rischi della globalizzazione quando ancora l'idea era per i più inconcepibile (si veda la sequenza degli uffici-box tutti uguali, visti dall'alto, dai quali giungono frammenti di conversazione in molte lingue diverse: è fra le scene reintegrate nell'ultima versione). La città che vediamo qui non è soltanto identica a quelle di qualsiasi altro paese, ma i suoi edifici si confondono tutti fra loro: l'aeroporto della prima scena si svela per quello che è solo dopo diversi minuti durante i quali si sarebbe scommesso che fosse un ospedale. La fiera, gli uffici, il ristorante: è tutto uguale. Predomina il grigio, che tende a sbiadire ogni altro colore. Di vegetazione non si parla nemmeno: il chiosco della fioraia attira tutti i turisti come il residuo di un'altra era geologica. Alla fine, gli automezzi che girano su una rotonda sono visti come una giostra: nessuno va da nessuna parte, e i turisti prigionieri del pullman si beano della contemplazione di cose uguali a quelle che sono abituati ad osservare dalle finestre di casa loro dall'altra parte del globo. I dettagli di questo gigantesco affresco in grigio sono migliaia: sbalordisce che Tati non scrivesse nulla, ma registrasse tutto nella sua mente, dirigendo l'intero film a memoria. La versione originale durava oltre due ore e mezza. Il tiepido successo alla sua prima uscita (nel dicembre 67, in un'unica sala di Parigi), e le successive difficoltà nel pagare i debiti, indussero Tati ad accettare il consiglio di tagliare qualcosa. La presente versione è figlia della riedizione licenziata (controvoglia) dal regista alla fine degli anni '70, riallungata con il recente restauro di circa 6'. Rispetto poi alla versione italiana conosciuta fino a qualche anno fa, qui è stata reintegrata una sequenza completa (gli appartamenti in vetrina).

COSA NON MI HA CONVINTO: c'è qualche sproporzione di durata fra le varie parti, che ritengo sia dovuta all'impossibilità di accorciare certe sequenze in occasione della prima revisione.

CURIOSITA': il quartiere ultramoderno costruito per questo film, e battezzato Tativille, pareva destinato ad essere conservato come una specie di cittadella del cinema, ma fu ben presto raso al suolo per assecondare il progetto di una nuova autostrada. L'idea della "New Spugna" attiene all'edizione italiana.

 

Ho visto Play Time nella versione originale.


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