COSA MI E' PIACIUTO: 
          
          cos'è cambiato rispetto al primo Toy 
          Story, uscito 4 anni prima? Anzitutto la qualità 
          della realizzazione tecnica. S'era detto che le animazioni dei personaggi 
          umani erano migliorabili, e s'è fatto. Adesso l'integrazione 
          fra umani e giocattoli è perfetta, appartengono tutti allo stesso 
          mondo. Ma questa replica non ha soltanto una giustificazione tecnica 
          (prospettive di incassi a parte: Toy Story aveva avuto un grande 
          successo di pubblico). La sceneggiatura non è infatti meno scoppiettante 
          rispetto al primo film, e anzi propone spunti di riflessione forse meno 
          lampanti, ma anche più articolati e complessi. Le risate sono 
          quasi soffocate dall'ammirazione per il succedersi implacabile delle 
          trovate (le Barbie mi hanno fatto morire), ma c'è anche spazio 
          per un momento di commozione, quando Jessie con una canzone (peraltro 
          molto bella) racconta a Woody la sua storia di giocattolo abbandonato. 
          Numerose le citazioni cinematografiche, e ricompaiono, oltre agli amici 
          abituali di Woody, altri personaggi stupendi del primo episodio, come 
          le palline verdi con tre occhi alla perenne ricerca di un salvatore 
          da idolatrare.
        
          
          COSA NON MI HA CONVINTO: belle le due canzoni di Randy Newman, ma un 
          po' invadente il resto della colonna sonora.
        
          Ho visto Toy Story 2 in inglese con i sottotitoli in 
          italiano (che subiscono l'onta di qualche refuso, ma complessivamente 
          non sono malvagi). Il doppiaggio italiano, comunque, è ottimo; 
          in particolare Ilaria Stagni, che presta la sua voce a Jessie, surclassa 
          la controparte americana.
        
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