LE REGOLE DEL CALCIO

Proposte di modifiche per migliorare la qualità del gioco

 

 

L'obiezione numero uno a questo genere di iniziative è sempre la stessa: "Il calcio è bello così com'è, perché cambiarlo?". In realtà le modifiche al regolamento del gioco sono state nel corso degli anni, anche recentemente, numerose. Citiamo ad esempio l'introduzione del calcio di rigore, agli inizi del secolo scorso, le sostituzioni, il fuorigioco (la cui regola è soggetta a costanti "calibrazioni", senza mai giungere a un risultato del tutto soddisfacente), l'espulsione per falli commessi in presenza di una chiara occasione di realizzare una rete, il retropassaggio al portiere (regola modificata ulteriormente di recente con l'introduzione dell'impossibilità per il portiere di giocare la palla con le mani se proveniente da una rimessa laterale a proprio favore). L'obiezione numero due è invece questa: le regole devono essere tali da poter essere applicate a tutti i livelli, dai campionati del mondo fino ai tornei aziendali. Obiezione respinta: già oggi, e da sempre, nei tornei giovanili e nelle categorie inferiori non ci sono nemmeno i guardialinee (o meglio, ci sono, ma sono volontari appartenenti alle società ospitanti che hanno l'unico compito di salvare le apparenze).

Qui sotto elencherò, in ordine sparso, le mie proposte. Chiunque di voi potrà collaborare all'iniziativa comunicandomi, attraverso un messaggio di posta elettronica, i propri suggerimenti. Potete anche "sottoscrivere" le proposte già presenti, in modo che io possa aggiungere ad ogni singola proposta il numero di coloro che "sono d'accordo". Sarà particolarmente gradito l'intervento degli "addetti ai lavori": giocatori, allenatori, arbitri.

 

1) Introduzione del tempo effettivo. Il cronometro viene fermato quando si arresta il gioco, non necessariamente quando l'arbitro fischia (quindi anche in tutti i casi in cui il pallone esce dal rettangolo di gioco). Una durata di 60' mi sembrerebbe ideale. 30' per tempo. Si risolverebbero una marea di problemi: perdite di tempo intenzionali, tempi di recupero a discrezione dell'arbitro, e soprattutto ci sarebbe la possibilità di introdurre altre regole molto precise, a cominciare dalla mia proposta numero 2.

2) Espulsioni a tempo (come nell'hockey su ghiaccio). La durata della penalità è proporzionale alla gravità dell'infrazione. Nell'hockey le penalità possono essere di 2, 5 o 10 minuti. Siccome la durata effettiva totale di una partita di hockey è di 60', gli stessi "tagli" potrebbero andar bene anche per il calcio. Vengono conservate ammonizioni ed espulsioni come provvedimenti "ad personam", ma quando un giocatore viene espulso, direttamente o per somma di ammonizioni, allo scadere della penalità gli può subentrare un altro giocatore.

3) Caso particolare, la chiara occasione da rete vanificata da un intervento falloso. Attualmente, chi commette fallo INVOLONTARIAMENTE nella posizione di ultimo uomo può venire espulso, e conseguentemente squalificato anche per la partita successiva. E' una palese ingiustizia. La mia proposta è la seguente: ammonizione all'autore dell'intervento falloso (a meno che il fallo non sia violento e quindi punibile di per sé con un'espulsione), penalità di 10', e ripresa del gioco con un calcio di punizione diretto senza barriera, con gli avversari a distanza regolamentare ma DIETRO LA LINEA DEL PALLONE (eccetto il portiere), in modo che la punizione si possa battere anche indirettamente e consentire a un giocatore della squadra attaccante di proseguire palla al piede verso la porta senza il disturbo immediato dei difensori, ripristinando così le condizioni esistenti prima del fallo. Solo un secondo attaccante può avvicinarsi al pallone al di sotto della distanza regolamentare prima della battuta, e tutti gli attaccanti devono restare comunque dietro la linea del pallone, altrimenti vengono a trovarsi in fuorigioco considerato in questo caso sempre attivo. Se il fallo è avvenuto in area di rigore, ovviamente si procede come adesso all'assegnazione di un calcio di rigore. Un'alternativa più semplice potrebbe essere quella di assegnare sempre, in questi casi, un calcio di rigore, anche se il fallo è stato commesso fuori area.

4) Sostituzioni libere. I cambi possono essere "volanti", come nell'hockey: i 18 giocatori, 11 in campo e 7 in panchina, possono alternarsi nel corso della partita senza bisogno di fermare il gioco. In questo modo le carriere dei giocatori di grande classe si allungherebbero di molto. Dieci minuti, oggi, potrebbero farli anche Gianni Rivera o Gigi Riva (che oggi compie 60 anni, auguri!). Le qualità tecniche tornerebbero a prevalere su quelle atletiche, e diventerebbe molto più facile per gli allenatori gestire i "musi lunghi" di chi comincia dalla panchina.

5) Le rimesse laterali nella propria metà campo si possono battere con i piedi, ma in questo caso la palla dev'essere rigiocata dai fruitori della rimessa nella propria metà campo. Se la palla passa la linea mediana senza esser stata ritoccata da un compagno dell'autore della rimessa, c'è il cambio rimessa.

6) Oggi la maggior parte degli errori da parte delle terne arbitrali riguarda la valutazione dei fuorigioco, e sono spesso errori che possono incidere pesantemente sul risultato. C'era un progetto di un ingegnere (belga, credo, ma potrei sbagliarmi), che aveva inventato un dispositivo che consentiva di verificare in ogni singolo istante su un monitor la posizione di tutti i giocatori e del pallone, dotati di sensore, in modo che i due assistenti di linea dell'arbitro dovessero limitarsi a premere un pulsante nel momento in cui il pallone veniva giocato. Avevo letto che il dispositivo sarebbe stato provato sul campo, ma poi non ne ho più sentito parlare. O non ha funzionato, o non è piaciuto. Per quanto bravi possano essere gli assistenti, ci sono situazioni particolari, tipo incroci rapidi o attaccante molto vicino al guardialinee, nelle quali la decisione giusta può essere presa soltanto con l'aiuto della fortuna. A volte i tifosi, o i commentatori, si chiedono come può un guardialinee non vedere un pallone che esce dal campo lateralmente a due metri da lui: dimenticano che la linea del fuorigioco nel frattempo non si controlla da sola, e per di più è una linea mobile. Il dispositivo attualmente usato dalle televisioni (il righello elettronico) non è del tutto affidabile, a causa della deformazione delle linee provocata dagli obbiettivi a focale corta

7) Il punto precedente riguarda le modalità di rilevazione del fuorigioco conservando le regole attuali. Altrimenti si potrebbe modificare la regola in modo da semplificarne l'applicazione. Vecchia proposta di Giovanni Trapattoni: tracciare una linea più o meno ai 20 metri: il fuorigioco c'è solo da lì in poi. Conseguenze: le squadre si allungherebbero un po', il che non sarebbe male, e gli assistenti di linea dovrebbero correre molto meno. Altra proposta, di Fabio Capello: la regola resta com'è, ma si tracciano altre linee parallele alla linea mediana per facilitare ai guardialinee il compito di non guardare una linea immaginaria diagonale (altro errore molto comune). Un'altra variazione alla regola la propongo io: si traccia il prolungamento del lato lungo dell'area di rigore fino alle linee laterali. Quando il pallone è entrato negli ultimi 16 metri, il fuorigioco non c'è più, in nessun caso. Questa idea è presa, ancora una volta, dall'hockey (sarà un caso se le regole dell'hockey su ghiaccio, eccetto alcune piccole variazioni sul fuorigioco di due linee e sulla liberazione vietata, non cambiano mai?).

8) Quando un giocatore resta a terra infortunato il gioco viene fermato solo se l'arbitro ritiene che quegli abbia urgente necessità di un intervento dei sanitari. Se il gioco viene fermato, il giocatore potrà rientrare solo dopo 2' effettivi di gioco. Gli avversari non sono tenuti a buttar fuori il pallone. Se vogliono interrompere il gioco, se ne occuperanno i compagni dell'uomo a terra, e la rimessa non sarà restituita. Queste presunte "norme di fair-play" hanno creato negli ultimi anni un'arma in più: al posto del fallo tattico, l'infortunio tattico, allo scopo di fermare i contropiede avversari, o semplicemente di rifiatare. Forse la maggior parte degli sportivi non se lo ricorda, ma fino a pochi anni fa tutto ciò era considerato inammissibile.

Mi è stata segnalata la proposta di un lettore (Andrea Mariuzzo) del sito del giornalista Franco Rossi, che riguarda le modalità di spareggio di un incontro ad eliminazione diretta, o di finale, terminato in parità. L'idea, che a me sembra ottima, è quella di far calciare i rigori PRIMA di disputare i tempi supplementari. I rigori assegnerebbero soltanto una "priorità", come nella scherma, e il loro esito sarebbe preso in considerazione soltanto nel caso in cui i supplementari non rompessero la parità. Da parte mia, potrei aggiungere il suggerimento di applicare il risultato dei rigori solo nel caso in cui non si segnasse alcuna rete nei supplementari: in caso contrario (pareggio con gol), la vittoria andrebbe a chi ha segnato per primo nel corso dei supplementari.

 

 

 

 

 

 

 

 
Google
 
Web www.claudiocolombo.net
 

 

Home Page