LA FINESTRA SUL CORTILE

TITOLO ORIGINALE Rear Window
ANNO 1954
PAESE Usa
REGIA Alfred Hitchcock
GENERE Thriller
ATTORI PRINCIPALI James Stewart, Grace Kelly, Raymond Burr, Thelma Ritter, Wendell Corey
DURATA - FOTOGRAFIA 109' - colore
PRODUTTORE DVD Universal "Collezione Hitchcock"
La finestra sul cortile (Rear Window) - Alfred Hitchcock: James Stewart

 

 

La finestra sul cortile (Rear Window) - Alfred Hitchcock
La finestra sul cortile (Rear Window) - Alfred Hitchcock
La finestra sul cortile (Rear Window) - Alfred Hitchcock
La finestra sul cortile (Rear Window) - Alfred Hitchcock

 


Punteggio assegnato al film: *****
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): ****
Punteggio Claudio Colombo Cinetop: ****½
Punteggio assegnato da voi: *****
 Rear Window
(1954) on IMDb

Recensione dell' 8/11/2005

 

 

Qualità video: abbastanza buona, soprattutto sotto il profilo della resa cromatica, e tenendo conto che le scene in penombra sono numerose.
Qualità audio: discreta. Nella traccia italiana gli effetti e la musica sono anche migliori (ma non è un motivo sufficiente per seguire il film con la traccia italiana).
Lingue: Inglese, Italiano, Francese, Spagnolo, Dolby Digital Mono
Sottotitoli: le stesse lingue delle tracce audio più il portoghese
Formato video: 1.66:1  anamorfico
Extra significativi: il solito ottimo documentario che accompagna tutti i film di questa serie, forse qui anche al di sopra della media, e un secondo documentario più breve, ma anch'esso interessante.



COSA MI E' PIACIUTO: il coefficiente "bordo della sedia" è per me uno dei parametri principali nel giudicare un film. Il peso di questo coefficiente sale se il suo valore rimane inalterato col passare delle repliche. Non credo di dover spiegare di cosa si tratti, ma posso aggiungere che tale coefficiente si applica anche in negativo, quando al comparire della parola "Fine" sono già proteso verso il lettore dvd per aprire il cassetto e porre fine al supplizio. Ovviamente non è questo il caso. Ma la forza de La finestra sul cortile non è certo tutta qui. Hitchcock raramente perdeva l'occasione di scherzare, alla sua maniera, sulle donne e sul cibo. Qui il suo discorso sulle donne è, al di là della leggerezza, molto più concreto, anche se non necessariamente condivisibile, e lo sberleffo finale con Grace Kelly che ripone il libro di avventure per riprendere la sua amata rivista di moda è da antologia dell'umorismo. E poi c'è molto altro, sul piano etico: per esempio la ricerca del confine fra il non ficcare il naso negli affari altrui e il chiudere tutte le porte (in questo caso le finestre) in faccia al nostro prossimo. Hitchcock realizza il paradosso perfetto di una storia fatta solo di tempi morti - dal momento che tutta la storia è vista attraverso gli occhi di un uomo costretto all'immobilità - in cui non si ha mai la percezione della stasi. I potenziali eventi, più che i fatti, si concatenano con la stessa naturale casualità con cui l'occhio del fotografo infortunato e spione si sposta lentamente da una finestra all'altra, da una vicenda umana all'altra. Tutto questo accumulo di potenzialità esplode negli ultimi 10', in cui succede tutto ciò che sembrava sussistere solo nella mente del protagonista, e il coefficiente di cui parlavo all'inizio schizza alle stelle, non solo a causa di ciò che succede, ma anche per come Hitchcock lo fa succedere. Vedere Stewart che si stropiccia il volto nella disperazione di non poter aiutare la sua ragazza che si è messa nei guai per colpa sua, quasi induce noi, guardoni del guardone, a fare altrettanto. Le musiche sono calate perfettamente nella realtà del cortile, e provengono quasi esclusivamente dalla scena. Al confronto della luminescenza di Grace Kelly, i flash del fotografo diventano una pallida balugine. Il fotografo però è il nostro caro vecchio Jimmy Stewart. Non ho mai conosciuto nessuno che lo trovasse antipatico, o peggio insignificante. E' un grandissimo, qui in una delle sue interpretazioni più belle.

COSA NON MI HA CONVINTO: il quasi monologo di Stella (Thelma Ritter) sul matrimonio è l'unica parte del film che contenga qualche pallida traccia di convenzionalità, ferma restando la sua funzione illustrativa di alcuni risvolti morali della vicenda che sta per compiersi.

CURIOSITA': per chi non lo sapesse, Raymond Burr, il dirimpettaio, non è altri che colui che impersonò per decenni Perry Mason, il più celebre degli avvocati televisivi.

 

Ho visto La finestra sul cortile in lingua originale con i sottotitoli in italiano.


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