TAPPA 20 : LE BONO - QUIMPERLÉ

 

 

87,2 km - Dislivello: 250 metri - Gradimento: ***

 

Per tutta la notte ha piovuto a secchi, ma al momento di partire il cielo è uguale a quello di ieri, l'ideale per affrontare una nuova giornata in bicicletta. Auray è una cittadina gradevole ma non entusiasmante. La strada che porta a Carnac è bella ma troppo trafficata. Dopo pochi km, tuttavia, c'è la deviazione, sulla sinistra, verso i famosi "Allignements" del sito megalitico di Carnac. Il primo impatto mi lascia un po' freddo: sassi, potrebbero averli messi lì una settimana fa. Poi però si entra nel clima, e i complessi megalitici diventano sempre più affascinanti. A Carnac pausa-baguette in un'unica soluzione: era troppo buona. Verso le 13 il cielo si copre completamente, il vento rinforza parecchio, e non è per nulla tiepido. A Lorient, città essenzialmente moderna, piove un po'. Si arriva a Lorient da Lanester, che è un po' la sua gemella siamese. Insolite queste due cittadine di dimensioni consistenti così appiccicate l'una all'altra e così simili fra loro. La segnaletica da queste parti è molto approssimativa, e devo andare a consultare una cartina all'ufficio informazioni turistiche per capire da che parte bisogna uscire. In prossimità di Quéven perdo le tracce della strada principale. Entro in Quéven e da lì seguo la vallonatissima e ventosissima D6, che tuttavia è una bella strada con poco traffico.

 

 

 

 

 

 

 

A Quimperlé (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7) sono tutti gentilissimi. Al ristorante, Le Dom-Morice, in una bellissima casa antica, si sparge subito la voce che sono un ciclista che viene da Milano. L'ho infatti spiegato alla simpaticissima padrona che non poteva credere che volessi prendere sia un piatto di spaghetti ai frutti di mare, sia una entrecôte con le patate, per i francesi due piatti principali. Nell'andarsene, mi salutano tutti calorosamente, e qualcuno chiede se la notizia è vera e si fa spiegare che giro sto facendo. Se capitate a Quimperlé dovete assolutamente cenare lì: si mangia bene, tanto, a un prezzo accettabilissimo (e la signora, rammaricata perché non volevo accettare l'offerta del cicchetto, mi ha fatto anche lo sconto), e c'è un clima di allegria e di spontaneità che è l'ideale per ricaricare le pile, qualora ve ne fosse il bisogno. L'accostamento di un locale così a certi ristoranti "di charme" mi fa subito pensare a Tati. Le case antiche sono nella parte bassa della città.


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