TAPPA 7 : CHALLES-LES-EAUX - LYON

 

La Tour-du-Pin

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108,9 km - Dislivello: 910 metri - Gradimento: **

 

 

Dico Lyon, ma per la precisione sono in un hotel della catena B & B a circa 15 km dal centro di Lyon.

La giornata è cominciata con una breve visita a Chambéry, che mi conferma l'impressione ricavata da un precedente passaggio (2000): è una città elegante ma senza fascino. Magari è ideale per viverci, ma io ho solo un'ora di tempo.

Si esce costeggiando il castello (che non si riesce a vedere né da fuori, costretto com'è fra altri edifici, né da dentro, perché è chiuso) alla volta di Les Echelles, superando nei primi km un colle a quota 625 metri. Quasi tutto il percorso si rivelerà poi piuttosto vallonato.

Anche se la tappa era incentrata su Lyon, dove però non sono ancora arrivato, qualche spunto d'interesse mi è stato offerto da alcuni piccoli centri, come Les Echelles, St-Béron, Pont-de-Beauvoisin con le belle vetrate settecentesche della chiesa di St-Clément, La-Tour-du-Pin, Cessieu.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'avvicinamento a Lyon comporta per i ciclisti due deviazioni attraverso paesi a lato della D1006. Mi è stato ancora una volta molto utile il navigatore, che mi ha indirizzato in entrambi i casi a colpo sicuro.

Particolarmente buona la baguette di giornata, presa in uscita da Chambéry, e avvolta in un foglio di carta recante la seguente scritta: "Si prega di non finire tutto il pane prima di tornare a casa". Sarà anche una spiritosaggine autocelebrativa, ma è del tutto giustificata, e, come tale, nella maggior parte dei casi vana, perché a una buona baguette non si resiste.

Il traffico è molto più corretto e disciplinato rispetto a due anni fa. Si trovano frequentemente cartelli che ricordano agli automobilisti che superano i ciclisti di mantenere una distanza non inferiore al metro e mezzo.

Stamattina mentre facevo colazione ho colto un dialogo in spagnolo fra l'albergatore e suo figlio, Pablito. Gli ho chiesto se fosse spagnolo, ed ero pronto a fargli i complimenti per come parlava il francese. Invece è francese, ma la moglie è messicana. Ho virato i complimenti su come parla il castigliano. Alla piacevole conversazione, che si è poi prolungata, hanno partecipato anche Pablito e la signora. In spagnolo, beninteso, lingua con la quale mi trovo molto più a mio agio rispetto al francese, che sono in grado di utilizzare, con mio rammarico, solo per le comunicazioni ordinarie.

 

 


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