TAPPA 29 : NANCY - MUTZIG

 

Nancy

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129,3 km - Dislivello: 1099 metri - Gradimento: **1/2

 

 

Rimandata a stamane la visita a Nancy, avevo tuttavia l'obbligo di non partire troppo tardi, in vista di un chilometraggio robusto. Ho limitato pertanto l'itinerario turistico alla piazza Stanislas e al vicino parco. Mi aspettavo di scorgere da qualche parte un monumento dedicato a Michel Platini, ma sono rimasto deluso: o non ho cercato bene o non gliel'hanno ancora fatto.

Vento a favore, e pedalata volitiva. L'unica sosta turistica l'ho fatta a Lunéville, dove il castello è però in restauro. Resta da ammirare il bel parco.

Una sola anche la sosta-merenda, a Badonviller, al 67.mo chilometro. Dopo circa un mese di bicicletta, l'organismo non ha più bisogno di rifornimenti troppo frequenti.

Da Badonviller comincia subito la prima, facile salita al Col de la Chapelotte, che si raggiunge in un bel bosco a 447 metri di quota. Breve discesa e risalita ambedue gradevoli fino a Raon-sur-Plaine (436 m slm).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In concomitanza con le ultime case del paese comincia la salita al Col du Donon. Capisco più tardi gli sguardi di compassione della gente che mi vede partire dopo che mi sono dissetato ad una fontanella: l'ascesa è lunga 4,5 km e guadagna poco meno di 300 metri di altitudine, ma li guadagna pressoché tutti fino al terzo km, quando si entra in Alsazia. Le pendenze permangono costantemente fra il 7 e il 15%. Mi assegno il compito di non mettere mai il piede a terra fino in cima e lo assolvo. Di solito mi vanto di fregarmene dell'orgoglio personale di non metter piede a terra sulle salite dure, pena l'automortificazione eterna, ma oggi ho voluto fare un'eccezione. Ricordo che sul portapacchi della mia bicicletta risiede un bagaglio abbastanza pesante, e quindi fare i bulli sulle pendenze sopra il 12% non è sempre una buona idea.

C'è il sole ma l'aria è frizzante sugli oltre 700 metri del colle. La discesa corre in un bosco, e fa freddo perfino con il k-way. La discesa verso Strasbourg riceve due stop inattesi e assurdi: due passaggi a livello sbarrati con alte transenne mi impediscono di attraversare la ferrovia per portarmi sulla strada che passa a sinistra della superstrada (che poi è una strada normalissima e non particolarmente pericolosa, solo proibita alle biciclette). Gli sbarramenti non sono preannunciati. Dopo aver perso molto tempo invano, mi riduco a chiedere a una gentile signora il permesso di accedere al suo giardino per poter attraversare i binari sfruttando un varco nella staccionata che lo delimita.

Alle 20,30 sono a Mutzig, dove decido di fermarmi.


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