IL POPOLO MIGRATORE

TITOLO ORIGINALE Le peuple migrateur
ANNO 2002
PAESE Coproduzione internazionale
REGIA Jacques Perrin
GENERE Documentario
ATTORI PRINCIPALI

Jacques Perrin (narratore)

DURATA - FOTOGRAFIA 94' - colore
PRODUTTORE DVD Alternative films
Il popolo migratore (Le peuple migrateur)

 

 

Il popolo migratore (Le peuple migrateur)
Il popolo migratore (Le peuple migrateur)
Il popolo migratore (Le peuple migrateur)
Il popolo migratore (Le peuple migrateur)

 


Punteggio assegnato al film: ****
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): ***½

Recensione del 23/9/2004

 

 

Qualità video: perfetta, e sarebbe stato un delitto se non fosse stata tale.
Qualità audio: buona. Soltanto, la voce di Perrin è un po' coperta dagli effetti ambientali.
Lingue: Francese Dolby Digital 5.1 e dts
Sottotitoli: olandese. Le didascalie sono in francese.
Formato video: 1.85:1  16/9
Extra significativi: nulla.

Ho acquistato l'edizione per la Francia e l'Olanda. Non mi risulta che, a parte le lingue, sia diversa da quella italiana.



COSA MI E' PIACIUTO: vi sono le immagini più belle che io abbia mai visto in un documentario: uno spettacolo soggiogante. Gli uccelli vengono rispettati in tutto e per tutto: non vengono disturbati fisicamente, e non vengono mostrate fino in fondo le tragedie che li colpiscono. Quindi niente sanguinolenti banchetti ai quali ci hanno abituato i più comuni documentari zoologici che vediamo in televisione, niente accoppiamenti (ma solo tenerissime "limonate" col simpatico ticchettare dei becchi). Si vedono cose terribili, ma il narratore volge sempre lo sguardo altrove al momento giusto. Il narratore è Jacques Perrin, che dopo aver solo prodotto Microcosmos, qui si è occupato anche della regia, con squisita sensibilità. Il montaggio è esemplare (ha vinto un César), sia per l'accostamento delle situazioni, che per gli improvvisi cambiamenti cromatici (il passaggio dalle immagini acquatiche a quelle desertiche, dal blu al giallo, verso la fine del film, è un numero di magia che lascia a bocca aperta). La domanda "ma come avranno fatto" affiora costantemente. Beh, il film è costato una cifra vertiginosa, e le riprese son durate ben 4 anni, ecco come hanno fatto. La scena più straziante è quella della trenodia intonata dai pinguini per il loro pulcino ucciso da un predatore sotto i loro occhi (anche qui, però, pudicamente, non si indugia). Gli spunti umoristici, senza mai mancare di rispetto agli animali, sono numerosi. Molto bella l'idea di far terminare il film, simbolicamente, nello stesso luogo dov'era cominciato. Lo rivedrei volentieri con un cacciatore, per poi provare a togliermi qualche curiosità.

COSA NON MI HA CONVINTO: la musica. I compositori sono due, con un terzo di supporto. Mi pare che siano gli stessi di Microcosmos, o quantomeno lo stile è il medesimo. "E... che stile?" chiederebbe a questo punto Campanini a Walter Chiari nello sketch del Sarchiapone. Mah, uno stile neo, neo, neo-qualcosa che non riesco neppure a definire (né voglio tediare il lettore con annotazioni tecniche). Neo e basta: è l'unico neo di un film meraviglioso, ecco. Hanno anche coinvolto delle cantanti bulgare: c'è infatti il Quartetto Bulgarka, di cui trovate un cenno nella pagina che ho dedicato ai Canti bulgari.

Ho visto Il popolo migratore con l'audio originale francese.


Questo film su Amazon.it

 

 

 

 

FILM:
REGISTI:
ATTORI:

 

                                                                                                                         

 

 

Nota sulle immagini