TAPPA 2 : CASTELL'ARQUATO - SAN POLO D'ENZA

 

 

82.5 km - Dislivello: 400 metri - Gradimento: ***

 

La domenica mattina è il momento ideale per visitare un borgo come Castell'Arquato e lasciarsene trasmettere la pace e la serenità che gli sono proprie. I locali dormono, i turisti non sono ancora arrivati, e il concerto offerto dalle campane e dalle rondini è tutto per noi. Quando abbandoniamo l'albergo il cielo è bianco, ma quasi subito diventa azzurrissimo. Conduciamo le bici a mano fino in cima, sulla Piazza della Collegiata (13, 14, 15), e dopo aver completato la nostra breve visita torniamo al punto di partenza e imbocchiamo la strada per Fiorenzuola, con una prima deviazione dopo pochissimo verso Bacedasco Alto, e una seconda dopo due km di salita, fino ad una quota di circa 300 m (tutte le quote indicate si riferiscono ai responsi del mio altimetro da polso, prendere o lasciare; si sappia comunque che non di rado le indicazioni altimetriche riportate dai cartelli stradali sono molto fantasiose: le località di montagna spesso si tirano su i metri come le ragazzine o le signore molto agées fanno con gli anni). Quest'ultima deviazione, sulla destra, si presenta dopo un quasi tornante ed è facile non vederla. Per esempio, nel nostro caso, io non l'avevo vista, e per fortuna c'era Gaetano a rimediare alla mia disattenzione (cronica). Si scende fino a 220 m e poi si risale per quasi 4 km ed oltre 150 m di dislivello fino alle mura del borgo di Vigoleno.

 

 

 

 

 

 

 

 

Siamo saliti a piedi sulla torre più alta della cinta di mura (16, 17, 18), da cui si ammira il villaggio nel suo bel contesto naturale (l'accesso al camminamento richiede l'acquisto di un biglietto, che se non ricordo male costa € 2,50; attenzione ai gradini, che sono assai consumati, e piuttosto corti, probabilmente pensati per i piedini dell'epoca, che non hanno nulla a che vedere con i due transatlantici con cui terminano gli arti inferiori del sottoscritto). Lasciata Vigoleno, scendiamo sulla statale che nella direzione opposta alla nostra va a Bardi, raggiungiamo la Via Emilia, che di domenica è piuttosto tranquilla, tanto più all'ora di pranzo, e proprio perché è l'ora di pranzo, ci concediamo una sosta a Fidenza, sulla piazza principale, dove purtroppo la vista del bel palazzo comunale ci è nascosta da un cantiere.

Successivamente lanciamo un'occhiata attraverso i cancelli che proteggono la proprietà privata di Castelguelfo, e infine giungiamo a Parma (19, 20, 21, 22, 23, 24), arroventata come sua abitudine da un sole implacabile. Per fortuna essa non ha smarrito anche l'altra sua abitudine, quella di essere una bellissima città. Oltre ai suoi celebri monumenti, mi piace segnalare la gelateria Novecento, in Strada Cavour, a due passi dal Duomo. Quello che potrebbe sembrare uno spot pubblicitario è in realtà solo il riconoscimento al gelato più buono di tutto il viaggio. Da Parma si sale dolcemente a Montechiarugolo, il cui castello chiude alle 18, esattamente l'ora in cui noi arriviamo lì. Poi Traversetolo (che è a un tiro di schioppo dal paese natale di mia madre, Lesignano de' Bagni) e infine San Polo, per belle strade ma un po' trafficate. Facciamo fatica a trovare un ristorante aperto. Invece di fare quello che tecnicamente si definisce "giro dell'oca", sarebbe bastato recarci alla vicina stazione ferroviaria, davanti alla quale c'è una pizzeria.


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