16.
VITERBO - ORVIETO SCALO

65,4 km - disl. 762 m

 

Mappa realizzata grazie a Google Maps

 

Quasi tutta la mattinata è dedicata a Viterbo, con il suo splendido quartiere medievale di San Pellegrino, purtroppo deturpato da una fitta coltre di manifesti e stendardi pubblicitari. Il Duomo di Viterbo è un raro caso di chiesa importante all'interno della quale non è vietato fotografare. Per raggiungere il borgo di Vitorchiano, occorre dirigersi verso la Madonns della Quercia, e da qui deviare a sinistra per una strada di 6 km scossa da brividi altimetrici non indifferenti. Il borgo è stupendo. Come tutti questi paesi della bassa Toscana e dell'alto Lazio, vi si incontrano molti gatti. Uno di questi approfitta di un mio accovacciamento a scopo fotografico per balzarmi in grembo. Poi però siccome dopo le coccole il felino voleva rifarsi le unghie sulle mie gambe ignude, l'ho rimesso giù. Per farsi perdonare, mi ha accompagnato per tutto il suo vicolo, miagolando ad ogni anfratto probabilmente per dirmi: qui abita questo, là sta quell'altro... Fra Vitorchiano e Grotte Santo Stefano la strada si fa molto più vallonata, e nel frattempo la temperatura si è alzata di parecchio. Fra le 14 e le 16,30 il mio ciclocomputer non si sposta dalla zona fra i 40 e i 42 gradi, 35-36 all'ombra. C'è ancora non poca salita fino a Bagnoregio. Data l'ora tarda, e il fatto che a Civita, "la città che muore", sono già stato due volte, mi accontento della vista panoramica, che poi è il meglio. Una seconda vista, da un'altra posizione, si ha dal paese di Lubriano. Da Lubriano finalmente si scende, fra belle campagne, e con il sole alle spalle. Arrivo a Orvieto Scalo verso le 18,30, stracotto dal sole, e decido di fermarmi. Orvieto è per domani. Presso Vitorchiano, in una piazzola panoramica sul borgo, si può ammirare un imponente monumento funebre scolpito da una famiglia dell'isola di Rapa Nui. È l'unica statua del genere nel mondo al di fuori dell'Isola di Pasqua.

 

 

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